La Commissione Europea vuole tassa su concessioni e considera i porti italiani (AdSP) come singole imprese e non comprensori

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Roma, 19 aprile 2018 – Apprendiamo che la Commissione Europea sarebbe intenzionata, aprendo forse  una procedura di infrazione, a far pagare alle Autorità di Sistema Portuale le imposte su concessioni e autorizzazioni. Tale notizia ci lascia fortemente perplessi.
Come Associazione di categoria, che raggruppa la quasi totalità delle imprese art. 17  e numerose imprese art. 16 che operano nei porti italiani, siamo fortemente preoccupati di provvedimenti che vadano a sminuire la capacità di intervento e gestione delle appena Istituite Autorità di Sistema Portuale, interrompendo un processo virtuoso che mira a rilanciare la Portualità Italiana.
Non possiamo che rispondere affermativamente all’appello lanciato dal  Presidente diAssoporti Zeno D’Agostino e dal Presidente di Confetra Nereo Marcucci.
La portualità italiana, tutta, mai come in questo momento deve essere unita e compatta  a respingere le richieste che giungono da Bruxelles, tra l’altro in contraddizione con i regolamenti europei e con motivazione difficilmente comprensibile.
E’ bene ricordare come sia sempre stata la stessa Comunità europea a lasciare libertà di scelta su come gestire ed amministrare i porti e le infrastrutture interne ad essi. Con la
Legge n.84/94 il nostro Paese scelse il modello “Landlord port” con lo Stato che rimane,attra  verso le sue Autorità Portuali (ora Autorità di Sistema Portuale), proprietario dei porti e delle infrastrutture, ma che permette la gestione delle stesse, così come tutte le operazionie servizi relativi al cosiddetto “ciclo nave”, ad imprese private autorizzate. Ci pare quindi
perlomeno inesatto paragonare le Autorità di Sistema Portuale, Enti pubblici non economici, a delle imprese private. Di conseguenza il voler far apparire le stesse AdSP impegnate in
attività economiche è pretestuoso e pericoloso.
Con queste richieste, l’Europa interferirebbe sul modello gestionale ed amministrativo dei porti italiani. Non vorremmo che queste scelte celassero un tentativo, di avviare una politica
privatistica al fine di cambiare la natura pubblicistica dei nostri porti.
ANCIP ribadisce quindi, con forza, il ruolo importante e strategico che le nuove Autor ità di Sistema Portuale, in quanto Enti pubblici, hanno nel sistema italiano alla luce anche delle riforme apportate alla Legge n.84/94 dai D.lgs n.169/2016 e n.232/2017. Siamo pertanto disponibili a collaborare, sin da subito, con tutto il cluster portuale ed il Governo italiano per
risolvere questa preoccupante vicenda.

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