Palermo: presto in Sicilia i primi test per le reti anti-meduse

reti antimeduse

2 milioni persone colpite ogni anno nel Mediterraneo

Palermo,11 agosto 2013 – Saranno le aree marine siciliane a sperimentare per prime in Italia delle reti ‘a prova di meduse’. Grazie al progetto europeo Medjellyrisk, saranno installate in Italia, Spagna, Malta e Tunisia, creando delle zone protette per i bagnanti. Ogni estate nel Mediterraneo sono due milioni i bagnanti colpiti.
Le prime reti di protezione anti-meduse in arrivo in Italia nell’estate 2013. A sperimentarle saranno diverse aree marine siciliane, particolarmente colpite dal problema, grazie al progetto europeo Medjellyrisk. Sempre piu’ presenti nel Mediterraneo e con nuove specie che stanno proliferando nel bacino, le meduse hanno un impatto crescente su turismo e pesca, ma anche sul sistema sanitario nazionale.
”Lunghe fra i 50 e 100 metri, le reti che andremo ad installare in alcune localita’ in Italia, Spagna, Malta e Tunisia, sono rimovibili e non hanno un impatto sulla fauna marina” spiega il docente di biologia all’Universita’ del Salento e coordinatore del progetto Medjellyrisk, Stefano Piraino. ”A Lampedusa, Favignana, Ustica, isole Eolie e nel Golfo di Castellamare (Trapani), abbiamo gia’ avuto i permessi per fare dei test quest’anno, a settembre.
L’anno prossimo le reti saranno pronte dall’inizio della stagione balneare” afferma Piraino. Ogni estate nel Mediterraneo sono due milioni i bagnanti colpiti dalle meduse, almeno 150mila quelli che si rivolgono ad un ospedale. ”Negli ultimi tre anni, nel Salento, oltre 1.700 persone sono andate al pronto soccorso” afferma il coordinatore di Medjellyrisk. ”Per il servizio sanitario nazionale ciascun codice bianco, cioe’ la categoria di pronto soccorso di minore entita’, costa 226 euro, quindi l’impatto potenziale è di milioni di euro di spesa” spiega Piraino, che sottolinea l’importanza di un coordinamento fra i vari Paesi del Mediterraneo e lo studio di strumenti di prevenzione e monitoraggio, associando poi le osservazioni alle variabili ambientali e meteo.
”Le meduse non hanno confini – afferma il docente di biologia marina – e la specie piu’ urticante nel Mediterraneo, la Pelagia noctiluca, è presente attualmente lungo le coste spagnole della Catalogna, con esemplari di dimensioni maggiori del solito (fra i 10 e i 15 cm di diametro), ma numerose segnalazioni arrivano anche da Sardegna e Mar Ligure, oltre che da Francia, Tunisia e Malta”.
La pelagia noctiluca è un flagello per i pescatori, visto che mangia anche uova e larve di specie come acciughe e tonni. Complice l’aumento della temperatura superficiale, specie prima confinate al Mediterraneo orientale ora si stanno diffondendo nel resto del bacino. La Rhopilema nomadica, una medusa urticante che puo’ misurare anche mezzo metro e pesare 50 kg, è diventata un problema per Israele, Libano e Turchia meridionale. Forma banchi enormi: fino a 550mila tonnellate in Israele nel 2009. ”Ora alcune sono state segnalate nel Golfo di Tunisi e potremmo trovarle presto lungo le coste siciliane” racconta Piraino.
Secondo la mappa degli avvistamenti (http://meteomeduse.focus.it/), lungo le coste italiane la distribuzione delle meduse attualmente è relativamente costante, con densità maggiori fra Mar Ligure, arcipelago Toscano, Sardegna e Corsica, litorale tirrenico di Lazio, Campania e Calabria, piu’ la Sicilia, e concentrazioni vicino zone in cui sono presenti correnti di risalita di acque profonde, come lo Stretto di Messina.

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