«In queste settimane si discute molto della riforma Porti d’Italia, ma non essendo ancora disponibile un testo ufficiale, ogni valutazione rischia di essere prematura e basata su ipotesi o indiscrezioni. È quindi opportuno – prima di entrare nel merito – fare chiarezza sul metodo e sul percorso che si intende seguire».
Secondo Davide Falteri, Presidente Nazionale di Federlogistica, «riformare il sistema portuale italiano è obiettivo condiviso da tutti. Tuttavia, se si vuole davvero rafforzare la competitività del Paese e sfruttare la potenzialità dei porti di essere motori di sviluppo, occorre partire da un principio di realtà: nessuna riforma può funzionare se non nasce da un confronto vero, strutturato e continuativo con chi i porti li vive e li fa funzionare ogni giorno. Le associazioni di rappresentanza, gli operatori della logistica, le imprese e le Autorità di Sistema Portuale non possono essere semplici destinatari di scelte calate dall’alto, ma devono essere parte attiva del processo di costruzione delle politiche pubbliche».
«I porti – prosegue Falteri – non sono solo infrastrutture fisiche: sono ecosistemi complessi, dove si incontrano lavoro, impresa, innovazione e visione strategica. Ogni cambiamento nella governance o nella distribuzione delle competenze deve essere valutato con estrema attenzione, perché può incidere direttamente sulla competitività delle filiere produttive, sui flussi commerciali e sull’attrattività dell’intero sistema logistico, ma anche economico e produttivo, nazionale».
«Federlogistica – conclude Falteri – non intende commentare bozze o indiscrezioni, ma chiede che prima di fare approdare una eventuale riforma in Consiglio dei Ministri, venga aperto un tavolo di confronto ufficiale con il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e con tutte le rappresentanze del settore. Solo un dialogo trasparente, tecnico e partecipato potrà garantire che la riforma, qualunque essa sia, nasca con l’obiettivo condiviso di rendere i porti italiani più forti, efficienti e centrali nel Mediterraneo e in Europa».










