Federlogistica – Falteri: “Un unico codice di dialogo per tutto il sistema logistico, oppure il Paese collasserà”

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Alla vigilia della presentazione dei progetti 2024 del PNRR, l’interoperabilità dei sistemi informatici  resta un’utopia con decine di sistemi spesso pubblici che non comunicano fra loro e con il mercato 

“Siamo tornati alla logica delle ferrovie di inizio secolo, con ogni Stato dotato di reti con binari a  scartamento differente rispetto a quelli del Paese confinante. Solo che ora accade per i sistemi  operativi che dovrebbero razionalizzare, rendere efficiente e regolare la logistica e quindi interi  sistemi di trasporto. Per questi non solo non esiste una cabina di regia europea ma anche i singoli  Stati stanno disperdendo le risorse in mille rivoli, progettando spesso sotto guida pubblica sistemi  che non dialogano fra loro e che quindi da un lato, rifiutano le regole del gioco che dovrebbero  essere dettate dal mercato, e dall’altro, disperdono risorse” 

Genova, 3 agosto 2023 - La denuncia è di Federlogistica che, per voce del suo vicepresidente Davide Falteri, per la prima volta  in modo inequivocabile evidenzia i rischi derivanti da scelte che sono la negazione della cosiddetta  interoperabilità dei sistemi informativi della supply chain. “Una supply chain – sottolinea Falteri – nella quale ognuno procede in maniera indipendente, i sistemi operativi anche più evoluti come i  PCS (Port Community Systems) sono tutti incompleti e dove gli unici esempi di “dialogo” fra sistemi  informatici sono forniti in modo parziale da progetti Interreg a raggio di azione limitato”.

E secondo il portavoce di Federlogistica il fatto che nel 2024 i progetti relativi all’interoperabilità dei  sistemi logistici e di trasporto dovrebbero essere finanziati nell’ambito del PNRR, rischia “di  trasformare un’opportunità in un fallimento destinato a ripercuotersi sull’efficienza del sistema di  mobilità delle merci e quindi, di riflesso, anche del sistema produttivo del Paese che dipende da una  logistica efficiente”.

“L’esperienza di UIRNet è fallita, l’alternativa rappresentata dal trasferimento delle competenze per  la digitalizzazione al Ministero dei Trasporti ha bisogno di un’accelerata per dare risposte all’intero  comparto. È fondamentale utilizzare in modo strategico al più presto i 250 milioni disponibili dal  PNRR. – conclude Falteri – Lo sviluppo delle infrastrutture portuali deciso e avviato quest’anno rischia di trasformarsi in un boomerang se i porti non disporranno di un codice unico di dialogo con  i retroporti, con i centri produttivi, con i sistemi e gli operatori logistici e ogni container in più che  dovrà essere assorbito dal sistema logistico Italia potrebbe solo incrementare la non governabilità  del sistema trasporti e della logistica italiana”.

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